Facebook per bambini? Gli Stati Uniti dicono si. E l’Italia?
E’ già pronto il resto del mondo a copiare l’ultima “americanata” inaugurata puntualmente nel periodo di Natale. Dovrebbe, infatti, sbarcare anche in Italia l’app Messenger Kids uscita il 4 dicembre in America. Il fondatore di Facebook, Marc Zuckerberg, non si è lasciato scappare l’occasione di conquistare anche i bambini. Presto, anche loro, potranno chattare, mandare foto e video ai loro amici e parenti in totale autonomia, ma pur sempre sotto la supervisione dei genitori.
In America da pochi giorni è già così. La nuova App è stata studiata per rispondere alle richieste degli under 13, che non possono iscriversi su Facebook. Fratelli e sorelle minori, dall’età scolare che li rende già scopritori del web, non sono mai rimasti davvero fuori dalla realtà dei social network, volendo copiare adulti e adolescenti. Per questo si sono diramati anche finti account con sempre minor controllo da parte dei famigliari, dei cui profili social a volte anche gli stessi figli s’impadroniscono. Tablet, Iphone, Ipad e Ipod sono già a disposizione degli under 13, rendendo la navigazione social a portata di mano. Un’abitudine che il team di Facebook non può più ignorare, sapendo di questo uso così massiccio a loro concesso. Gli sviluppatori hanno così messo a punto un meccanismo capace di renderla anche una consuetudine più sana. Benvenuto, quindi, Messenger Kids.
Facebook con Messenger Kids: come si attiva?
I piccoli americani dai 6 ai 12 anni stanno già utilizzando Messenger Kids, un app per ora solo su Apple, ma presto scaricabile da Google Play Store e Amazon App Store per Android. Sono i genitori che permettono ai figli di avere un account con nome e foto senza che possa essere rintracciato da qualche malintenzionato. E sempre loro saranno a confermare i contatti, per lo più parenti e amici. Qualsiasi messaggio, parola e video non può essere nascosto a mamma e papà né cancellato.
Solo gli adulti possono installare l’app sul dispositivo in uso al figlio per poi autenticarsi con il proprio profilo Facebook e aprire da qui la pagina personale del minore, che può così conversare con il nonno, la zia o i compagni di scuola.
L’interfaccia di Messenger Kids è ovviamente a misura di bambino, più semplice e colorata rispetto a quella di Messenger. All’avvio vengono mostrati diversi riquadri con le conversazioni avute di recente. È possibile inviare messaggi di testo, videochiamate one-to-one e di gruppo. A disposizione effetti sonori, maschere, emoji, GIF e adesivi, scrivere e disegnare sullo schermo durante la conversazione.
Messenger Kids è davvero sicuro?
Gli ideatori di Facebook assicurano che non ci potrà essere nessuna intromissione da parte di ignoti in Messenger Kids né alcun collegamento con Messenger per adulti. Su Messenger Kids non ci sono, inoltre, banner pubblicitari o tasti per l’acquisto. Con appositi filtri non sarà possibile neanche la condivisione della posizione né di foto o messaggi da contenuti illeciti, in conformità ai canoni di tutela per i minori stabiliti dalla Children’s Online Privacy and Protection Act (COPPA, istituita nel 2000 negli USA per proteggere i bambini al di sotto dei 13 anni di età che usano Internet).
Si tratta, quindi, di un ambiente del tutto privato, parallelo alla nota App di messaggistica lanciata da Facebook per chat da cellulare e ora anche sul PC. Una volta che i ragazzi compiranno i 13 anni potranno attivare un account Facebook regolare, senza conversione automatica di quello Messenger Kids, mantenendo al sicuro la privacy dei più piccoli.
Se da una parte lo strumento messo a punto dal team di Zuckenberg pare aver curato ogni dettaglio, i sociologi e gli psicologi sono divisi. E’ davvero indispensabile per i bimbi chiacchierare con amici e parenti tramite uno strumento digitale? I rapporti famigliari sembrano privilegiati, ma non si rischia di rendere i bimbi meno comunicativi? D’incentivare l’isolamento che veri rapporti umani? Si può crescere sani davanti a un pc? Se una volta si leggevano le fiabe per la buonanotte, ora un click è pronto a prendere il posto di piccoli eroi senza tempo. Può davvero essere educativo?
Cosa ne pensate, genitori social?